A Osnago, nel Lecchese, poco più di mezz’ora da Milano, c’è una delle ville storiche più sorprendenti di tutta la Lombardia, la Villa Arese Lucini. Il 28 giugno aprirà le porte al primo evento che sposa alta cucina, arte e storia: una cena ispirata alla collezione di libri antichi della dimora, molti appunto dedicati alle ricette dei banchetti di nobiltà e aristocrazia europea. Solitamente in queste case nobiliari, quando si organizzano eventi per aziende o feste, ci si affida a un catering, spesso di media se non scarsa qualità. Invece, qui i padroni di casa, i conti Marco ed Elisa Arese Lucini, hanno dato carta bianca a un nome rilucente del food: Enrico Bartolini. È il cuoco, con venature intellettuali non comuni nel mondo che rappresenta, del Devero Hotel di Cavenago, meta di gourmet da tutta Italia, visto che vanta due meritatissime stelle Michelin. A Bartolini, il conte Marco Arese Lucini ha messo in mano i libri e raccontato la storia della villa, che lui e la moglie curano in ogni aspetto.
Intanto, la vivono molti mesi all’anno, e stanno andando avanti con restauri e iniziative per farla conoscere. “Questa dimora ha cinque secoli di storia”, dice il conte, che non vive solo dei ricordi di un grande passato, ma è un manager ingegnere che lavora nel campo delle energie e ha vissuto di persona la rivoluzione, nella Silicon Valley, di Steve Jobs. “Se noi privati non apriamo anche al pubblico, sbagliamo: la parola d’ordine è condividere. Per questo ho pensato a a serate gastronomiche di alto livello, ma con riferimenti storici. Qui hanno pranzato re e imperatori. Qui venivano Ugo Foscolo, D’Annunzio e altri poeti. Basta sfogliare quei 20 mila libri e si trovano dediche ( di Cavour, Manzoni e Napoleone) che farebbero la felicità di qualunque bibliofilo”. La Villa Arese Lucini è stata progettata dal Richini, conserva quadri (Brueghel, Carracci, Magnasco), arazzi, soffitti intarsiati (uno è ricoperto da un arazzo di tela finissima, che sta facendo diventare matti i proprietari per trovare una tecnica non invasiva di restauro), mobili Maggiolini, persino un letto da campo di Napoleone. Ai quali si aggiunge una delle più ampie collezioni italiane, se non europee, di porcellane cinesi. “E in caratteri cinesi”, dice la contessa, “è intarsiato il pavimento della sala da pranzo”. Un grande salone che si affaccia su un parco che si estende a perdita d’occhio, con essenze vegetali ricercate. La Villa può ospitare centinaia di persone, nell’edifico continguo e nella Torciera, magnifico ambiente dove veniva pigiato il vino, ora restaurata e benissimo illuminata per feste ed eventi. Ma il tocco di Enrico Bartolini in cosa consiste? Ecco alcuni piatti: melanzana moderna alla brace, ispirato a Caterina de’ Medici, illusione di peperoncino, in realtà una tartare di gamberi, ispirata a un trattato sull’impero Mogul, periodo di riferimento 1630; pasticcio di lepre, melograno e capperi, che prende spunto dalle memorie di Luigi XVI, anno di riferimento 1660; bottoni di olio e lime con salsa cacciucco e polpo alla brace, ovvero ravioli ispirati all’Encyclopèdie di Diderot e D’Alembert, riferimento 1770. Poi potage di vitello tonnato, sempre ispirato al Settecento, e gelato alla rosa bulgara, con il quale balziamo nel 1930, anno del matrimonio di Giovanna di Savoia. Tutti i secoli della Villa rappresentati e reinventati da un grande cuoco, con la consulenza storica del professor Andrea Spiriti (università dell’Insubria), che ha lavorato con il rispetto che si deve alle cose preziose.
Sorgente: Villa Arese Lucini, la cena si ispira ai banchetti aristocratici – Corriere.it